Sistema ad ore uguali
“italico”
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Il metodo italico si è
diffuso presso i popoli di cultura cattolica dal XIV° secolo fino alla
metà circa del XIX°, soprattutto nella nostra penisola, per poi essere
sostituito da quello ultramontano o attuale. In Italia le meridiane di questo tipo sono abbastanza frequenti ma non adeguatamente valorizzate negli interventi di ristrutturazione in quanto spesso poco conosciute dagli stessi architetti direttori dei lavori. Spesso, soprattutto se eseguite ai primi dell’800, si presentano in coppia con un secondo quadrante ad ore ultramontane allo scopo di facilitare l’utente al successivo passaggio al nuovo sistema orario. Non di rado si incontrano orologi solari con i due sistemi sovrapposti nello stesso spazio e governati da un' unico stilo permettendo immediati spunti di confronto. Una variante del metodo italico è identificata nell "ora italica da campanile", scomparsa anche questa nel 1800. Qui il nuovo giorno non veniva fatto iniziare non al tramonto, ma mezz’ora dopo, alla fine del crepuscolo, coincidente con l’istante dell’ “Ave Maria, annunciato per antica consuetudine dal suono delle campane. Un suono di campana introduceva così l’inizio del nuovo giorno (ore da campanile), mentre il tramonto avveniva sempre alle 23h 30m. Tale sistema era usato anche dagli orologi meccanici, di solito disposti su torri e chiese, che in Italia hanno fatto la loro comparsa a partire dalla metà del XIV° secolo. |
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Si ha una raffinata testimonianza del metodo "italico da campanile" nei celebri versi della poesia “il sabato del villaggio” di G. Leopardi:
“or la squilla da segno
Nelle meridiane di recente
costruzione viene spesso adottato il sistema ad
"ore
residue",
ulteriore variante dell'italico. La foto sopra riportata si riferisce alla meridiana ad ore italiche sul campanile del duomo di Chivasso (TO). |
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